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10 Marzo 2013

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di Stefano Sansonetti

I vorticosi affari della Cisl, tra società lussemburghesi, fiduciarie e partner messicani, non rappresentano “questioni strettamente di attualità sindacale, economica e politica”. Sono le parole utilizzate dallo staff di Raffaele Bonanni, il segretario generale del sindacato di via Po che in questo modo preferisce non rispondere alle domande che avrebbe voluto rivolgergli lanotiziagiornale.it, dopo l’inchiesta dedicata al multiforme business della Cisl. Anche perché il contesto è quello di un periodo in cui in Italia i disoccupati hanno raggiunto quota 3 milioni, ed è come minimo naturale chiedere a un sindacato se sia normale fare affari con l’informatica, le assicurazioni, i viaggi, gli immobili, i fondi comuni d’investimento e via dicendo. L’entourage di Bonanni, però, non può negare che ci troviamo di fronte “ad assetti societari a dir poco confusi, e che risalgono tra l’altro anche a epoche precedenti”. Ma l’impressione è che gli uomini del segretario generale vogliano allontanare il problema da via Po, per scaricarlo su qualcun altro. Non si spiegherebbe altrimenti la richiesta di rivolgersi “ai responsabili legali delle società, totalmente autonome sul piano della gestione”, come se la Cisl non fosse a capo della catena di controllo...

http://www.lanotiziagiornale.it/cisl-spunta-un-tesoretto-immobiliare-da-645-milioni/