La proposta del PD in merito all'assegno di disoccupazione è quella di allargare ulteriormente, alle aziende, la libertà di licenziare.
In difficoltà politica, Berlusconi risponde con una frase apparsa sul quotidiano "Il Secolo XIX" di oggi: "definendo la proposta del Pd di garantire ai licenziati un assegno di disoccupazione come «una licenza a licenziare» per le imprese."
Lo scopo è quello di ridimensionare la questione, molto sentita, e dare una giustificazione al governo per il suo rifiuto a discuterne. La frase ha una sua verità e da tempo che lo SLAI Cobas cerca di denunciare la demolizione dei diritti anche grazie al centro sinistra e dei sindacati confederali.
Non tanto per la questione espressa da Berlusconi del lavoro in nero che potrebbe aumentare grazie all'assegno di disoccupazione, ma per quello che potrebbe essere normato nella legge.
Una legge che potrebbe toccare il diritto all'articolo 18.
Questa misura parlamentare potrebbe essere formulata per incrinare e poi far crollare la diga dello Statuto dei lavoratori. Le modifiche previste nella delega all’articolo 18. La legge potrebbe minare le basi per abolire la reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento immotivato. Concedere l'assegno di disoccupazione a discapito delle tutele ad alcuni non solo non crea spazi per darne di più ad altri, ma apre la strada a un progressivo abbattimento dei diritti di tutti. Purtroppo questo "sostegno economico" ai lavoratori licenziati è un argomento che fa leva tra la gente ma che nasconde trabochetti e favori alla Confindustria.
Paolo
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