Da Sede Legale Nazionale di Slai cobas a:
Massimino Dell’Orfano, CUB, SGB, SI COBAS, USI-AIT
Oggetto: diffida da utilizzo e spendita sigla Slai Cobas per sciopero del 26 ottobre 2018
Pur comprendendo le motivazioni di “indizione tecnica” della procedura di ”sciopero generale” e data sia dalle vigenti normative in materia di regolamentazione dello sciopero nei comparti del pubblico impiego e dei servizi essenziali che dalla evidente scelta (ineccepibile) delle sigle sindacali in indirizzo di far coincidere “in simultanea”, nella giornata del 26 ottobre 2018, le iniziative di protesta nei richiamati comparti, la scrivente organizzazione si vede costretta ad eccepire la spendita e l’utilizzo delle sigla di Slai cobas nazionale in occasione della scadenza in oggetto.
Per quanto riguarda la millantata firma di indizione di “sciopero generale” del 26 ottobre da parte del sig. Massimino Dell’Orfano teniamo a precisare che trattasi di mera iniziativa personale mai decisa da alcuna struttura nazionale di Slai cobas ed in gravissima ed insanabile violazione dello Statuto (principi generali e normativi) della scrivente organizzazione che, in conseguenza, preannuncia - in caso di persistenza del sig. Dell’Orfano nel comportamento qui censurato - l’avvio del formale disconoscimento della firma apocrifa illegittimamente e/o illecitamente apposta per Slai cobas (in atto pubblico) sul documento di indizione dello sciopero trasmesso in data 17 luglio 2018 a Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Ministri di Infrastrutture e Trasporti, Welfare, Funzione Pubblica e Presidente Commissione di Garanzia.
Tanto premesso, e considerato che:
la spendita illegittima e/o illecita della sigla Slai cobas in relazione allo sciopero del prossimo 26 ottobre ci vedrebbe inoltre costretti ad evidenti iniziative, pubbliche e nei luoghi di lavoro, di dissociazione dallo stesso in quanto mai deciso da Slai cobas nazionale.
Indipendentemente dai “desiderata” di CUB, SGB, SI COBAS ed USI- AIT che invece hanno legittimamente indetto lo sciopero, siamo tutti consapevoli che la richiamata iniziativa sortirà una “non entusiasmante” adesione finanche nella prevalenza degli addetti del Pubblico Impiego e dei servizi essenziali (e ciò indipendentemente dall’uso meramente propagandistico che, in quanto tale, spesso sortisce effetti contrapposti a quelli sperati) ed adesioni zero nelle fabbriche e nell’intero comparto industriale sulla falsariga degli innumerevoli e sequenziali “pseudoscioperi nazionali del nuovo millennio indetti dal sindacalismo-fantasma” da qualche tempo in auge nel gruppo FCA/CNHI e nelle collegate fabbriche dell’indotto.
Gli Scioperi Generali sono “questione innanzitutto politica” (prima che “economica”) in quanto suscettibili di trasmettere (quando i lavoratori sono forti) la forza e l’egemonia dei lavoratori all’intera “società collegata” abbattendo i governi. E mai come oggi ce ne sarebbe bisogno: quando chi si credeva comunista (o fingeva di esserlo) o di generica sinistra ha tifato e votato per la destra populista e razzista portandola al governo. E le modalità di consapevole svilimento di questo strumento per miopi obiettivi di mera auto-propaganda non aiutano certamente gli operai, ed i lavoratori in generale, ma si prestano innanzitutto, per la loro insita ed oggettiva debolezza, alla strumentalizzazione del sistema mediatico e politico collegato al padronato, cui si da ingenuamente il destro.
Infatti, questo “sciopero tecnico” (ma purtroppo “venduto” come Sciopero Generale) rappresenta di fatto una “impolitica ed impossibile scorciatoia” con la sua assurda e maldestra pretesa di “risolvere” la difficoltosa riorganizzazione operaia e dell’insieme dei lavoratori… con l’ausilio dei media sostanzialmente gestiti dalle diverse cordate politiche ed economiche e con la mobilitazione delle “faccine sui social” quasi a sostituire “l’incapacità di essere” (sindacati) con la “virtualità dell’apparire”: e questo, cari compagne e compagni, non è altro che… abdicare al proprio ruolo ammettendo la sconfitta!
Disponibili a ragionare con tutti - ma senza futili scorciatoie perdenti in partenza - sulla necessaria e difficile riorganizzazione operaia e dei lavoratori consapevoli della fase di estrema difficoltà che la “Classe Operaia” sta attraversando.
Fraterni saluti.
Per Sede Legale Nazionale di Slai cobas: Vittorio Granillo
Pomigliano d’Arco, 29 settembre 2018