Nessuno ne parla, ma militanti dello slai cobas dell'Atm di Milano, insieme a numerosi loro compagni, dopo alcune riunioni nella sede dello slai cobas hanno dato vita ad un comitato di lotta che ha messo in atto lo sciopero degli straordinari. L'adesione alla lotta si è allargata sempre di più e ciò avviene per contrastare l'azione dell'azienda, che paga i lavoratori di nuova assunzione di meno degli altri e utilizza "la fame di salario" dei lavoratori , facendo fare loro straordinari a go-go. L'azienda , chiedono i lavoratori del comitato, assuma più lavoratori e li paghi come gli altri , Si chiede, inoltre, che venga aumentato il salario a tutti in maniera inversamente proporzionale (più aumento di salario ai livelli inferiori ) e si riduca l'orario di lavoro a parità di salario.
Vedi volantino distribuito in migliaia di copie nei depositi
Riportiamo di seguito un articolo del CORRIERE della SERA:
Protesta fuori dal controllo dei sindacati. I lavoratori: «doppi turni e pagati una miseria»
Atm, sciopero selvaggio dei macchinisti
Stop agli straordinari e applicazione rigida del regolamento. Saltano le corse del metrò nelle ore di punta
Sciopero «selvaggio» dei macchinisti Atm (Lapresse)
MILANO - Il blocco degli straordinari è già partito. In questi giorni si aggiungerà la seconda parte della protesta: i macchinisti della metropolitana si atterranno alla lettera ai regolamenti di servizio. Una sorta di «sciopero bianco». Significa altri ritardi. E corse perse. Con prevedibile aumento dei disagi per i passeggeri, in particolare nelle ore di punta e durante i fine settimana. È una protesta di base, non dichiarata e sotterranea: sia perché si svolge soprattutto in metropolitana, sia perché non è governata dai sindacati. È la rivolta di base dei lavoratori del metrò «contro un'organizzazione del lavoro assurda, che mette a rischio la sicurezza del trasporto milanese ». L'ultima riunione si è tenuta venerdì scorso. Per capire il malumore che cova tra un consistente gruppo dei dipendenti Atm bisogna ricostruire il contesto. A partire da un dato: l'anno scorso tranvieri, macchinisti e agenti di stazione hanno accumulato un milione e 800 mila ore di straordinario. Una cifra abnorme. Equivalente al lavoro di mille persone. Ecco spiegato perché molti conducenti sono arrivati fino a 100 o 200 ore di straordinario al mese. Con i doppi turni diventati norma: «E che livello di sicurezza può assicurare chi guida un autobus o un treno del metrò per 12 ore al giorno?».
Molti in passato hanno approfittato di questa situazione, c'è però da considerare che se prima lo straordinario veniva pagato il 30 per cento in più dell'orario normale, oggi si è passati al 10. E ancora: «Da tempo — racconta uno dei macchinisti che sta partecipando alla protesta — l'azienda chiede ai dipendenti di fare lo straordinario come condizione per andare in ferie. È inaccettabile». La protesta potrebbe creare disagi per ora non sono prevedibili. Una corsa che salta nelle ore di punta può portare l'attesa di un treno fino a 10 minuti; in serata e nei weekend può andare ancora peggio, in particolare nelle tratte extraurbane verso Cologno e Gessate, in cui i treni passano ogni venti o trenta minuti e il salto di un treno può provocare attese lunghissime: «Il nostro avversario è l'azienda — spiegano i macchinisti — ma purtroppo ci possono essere delle ricadute sui cittadini, ci dispiace».
In questi giorni partiranno altre forme di «sciopero bianco»: i conducenti intendono «non prestarsi più a comportamenti che fino a oggi potevano aiutare a recuperare tempo durante le corse» (ad esempio manovre come lo scambio dei treni in linea). L'epicentro della protesta è sulla linea 2, dove, secondo i macchinisti che hanno preso parte all'assemblea di venerdì scorso, è rimasta una sola persona su 140 a fare straordinari. Sulle altre linee l'adesione è meno forte. I sindacati confederali non stanno appoggiando la protesta (la Cisl si è opposta esplicitamente), anche perché avrebbero problemi con la legislazione sugli scioperi. All'orizzonte c'è la promessa di 1.000 assunzioni fatta quattro giorni fa dall'Atm: «Sono necessarie — concludono i macchinisti — ma sono le parole che sentiamo da anni».
Gianni Santucci
23 marzo 2009