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24 Marzo 2013

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ARTICOLO ILGIORNO, 23 marzo 2013 ARESE




LETTERA INPS




BOLLETTINO PAGAMENTO INPS




ILGIORNO, 23 marzo 2013 ARESE
DEVONO RESTITUIRE ANCHE 13MILA EURO
Prima ci ha traditi l’Innova Stavolta infierisce l’Inps
di ROBERTA RAMPINI

ARESE — LICENZIATI ingiustamente, come stabilito dal giudice del lavoro di Milano Chiara Colosimo. Da 25 mesi in presidio davanti alla portineria Sud-Ovest. Tutt’altro che soddisfatti del percorso di ricollocazione nel mercato del lavoro e di sostegno al reddito sottoscritto nei giorni scorsi, frutto di un accordo tra Tea spa, Comune di Arese e Arifl (Agenzia regionale istruzione e formazione lavoro). ORA ANCHE beffati dall’Inps che ha inviato loro una raccomandata per «la restituzione dell’indennità di disoccupazione non spettante». Sono i quaranta ex operai dell’Innova Service, l’azienda che si occupava della gestione delle portinerie, manutenzione e pulizia dell’area ex Alfa Romeo. Le somme che l’Inps chiede indietro vanno da 8mila a 13mila euro. Sono scritte sul bollettino di conto corrente postale già compilato allegato alla raccomandata. La data di scadenza indicata sul bollettino è il 31 marzo. Nella raccomandata si legge: «Nel caso volesse impugnare il provvedimento, potrà fare ricorso amministrativo esclusivamente on line» entro 90 giorni. E si avverte: «Le ricordiamo infine che in caso di mancato riscontro alla comunicazione dell’Inps, per il recupero coattivo dei propri crediti, dovrà avvalersi per legge dell’Agente alla riscossione competente». In altre parole provvederà Equitalia. «È UNA VERGOGNA quello che ci sta accadendo — spiega Renato Parimbelli, ex operaio Innova Service e delegato sindacale dello Slai Cobas — Ci chiedono una cifra su
periore a quella che abbiamo ricevuto e su cui abbiamo pagato le tasse. Questo equivoco si è creato perché Innova Service, quando ha perso la causa, non ci ha reintegrati per cessata attività. Ci ha pagato gli stipendi arretrati da febbraio a ottobre 2011 ma poi non ha mai inviato all’Inps la seconda lettera di licenziamento». Così all’Istituto nazionale di previdenza sociale risulta che gli ex operai nel periodo febbraio-ottobre 2011 hanno percepito sia l’indennità di disoccupazione sia lo stipendio. Questo è vero. E chiede la restituzione della disoccupazione. Peccato però che loro da ottobre 2011 siano davvero disoccupati. Quindi avevano diritto a quei soldi. Ma la burocrazia che si affida solo alle carte questo non lo sa, perché l’azienda non ha mai recapitato ai lavoratori la seconda lettera di licenziamento. «QUANDO ho visto il bollettino di pagamento di 8.398 euro mi sono spaventato — racconta un ex operaio — Noi siamo davvero disoccupati e avevamo diritto all’indennità. Siamo stati beffati due volte, prima da Innova e ora anche dall’Inps». 

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