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30 Aprile 2010

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(21 Aprile) Mentre a Torino l'ad della Fiat sta illustrando il nuovo piano industriale, lo Slai Cobas di Pomigliano d'Arco presenta un esposto alla Procura della Repubblica di Torino ed alla presidenza del Consiglio dei Ministri, contro i finanziamenti pubblici elargiti all'azienda. Nel documento, inviato anche ai ministeri dello Sviluppo Economico, del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, gli esponenti del sindacato locale e nazionale, chiedono "ogni idonea verifica della fruizione di finanziamenti pubblici diretti, indiretti ed indotti da parte della Fiat Group Autotmobiles spa, nonché di accertare eventuali ipotesi di reato". "La Fiat - spiega Vittorio Granillo, dell'esecutivo nazionale dello Slai Cobas - dal 1987 ad oggi ha fruito, e continua a fruire, di ingenti finanziamenti pubblici diretti, indiretti ed indotti, quantificabili in diversi miliardi di euro, nonché di ammortizzatori sociali quali Cigo, Cigs, Mobilità, sottraendosi ad ogni corrispettivo sociale rispetto ai finanziamenti pubblici, utilizzando addirittura questi ultimi per allestire 'piani industriali' che, nei fatti, hanno consapevolmente determinato il progressivo ridimensionamento occupazionale". "Lo stesso piano presentato oggi all'assemblea degli azionisti a Torino - aggiunge Granillo - sancisce una delocalizzazione all'estero della prevalenza produttiva di autovetture e dei marchi, e l'ulteriore ridimensionamento della presenza delle fabbriche in Italia". Granillo, poi, sottolinea che la procedura di mobilità per 500 lavoratori dello stabilimento di Pomigliano d'Arco, "é contraddittoria rispetto al piano industriale che prevede la produzione al Giambattista Vico della nuova Panda". "In questo caso - conclude - ci sarebbe un previsto e forte incremento dei volumi produttivi che consentirebbe non solo il riassorbimento dei 500 'esuberi' ma anche quello dei circa 100 giovani contrattisti precari non riconfermati ed espulsi dal ciclo produttivo".

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