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12 Maggio 2010

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Salari italiani tra i più bassi nella classifica dei Paesi Ocse e il tasso di disoccupazione è salito all'8 per cento. L'Italia si colloca per gli stipendi al 23esimo posto, con guadagni inferiori al 16,5% rispetto alla media dei trenta Paesi che fanno parte dell'organizzazione di Parigi. I dati sono riferiti al 2009 e l'Italia si colloca nella stessa posizione dell'anno precedente. E' quanto risulta dal Rapporto "Taxing Wages" dell'Ocse. Il peso di tasse e contributi sui salari, il cosiddetto cuneo fiscale che calcola la differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto effettivamente finisce in tasca al lavoratore, è in Italia al 46,5%.
Italia sesta per peso fiscale sugli stipendi - Nella classifica dei maggiori trenta Paesi, aggiornata al 2009, l'Italia è al sesto posto per peso fiscale sugli stipendi, dopo Belgio (55,2%), Ungheria (53,4%), Germania (50,9%), Francia (49,2%), Austria (47,9%). Il peso di tasse e contributi sui salari in Italia è rimasto stabile dal 2008 al 2009, registrando solo un lieve (-0,03%). L'Italia occupa infatti nella classifica Ocse la stessa posizione, la sesta, rispetto all'anno precedente. Il salario annuale netto del lavoratore medio è in Italia di 22.027 dollari, contro i 26.395 della media Ocse, i 28.454 della Ue a 15 e i 25.253 della Ue-19. La classifica riguarda il salario netto annuale medio di un lavoratore single senza carichi di famiglia. E' calcolato in dollari e a parità di potere d'acquisto. Se si guarda alla classifica del guadagno medio di un lavoratore con famiglia, unico percettore di reddito con a carico coniuge e due figli, il reddito netto degli italiani sale a 26.470 euro ma resta inchiodato, anche in questo caso, al 23/o posto della classifica Ocse. E' quanto risulta dal Rapporto 'Taxing Wages' diffuso oggi dall'organizzazione di Parigi.

La disoccupazione è salita all'8 per cento - Nel primo trimestre 2010 il tasso di disoccupazione in Italia è salito all'8,6%, con un aumento dell'1,2% rispetto allo stesso periodo del 2009. Lo ha rilevato l'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). In Italia a marzo, ricorda ancora l'Ocse, il tasso di disoccupazione è salito all'8%, in aumento dello 0,2% rispetto a febbraio e dell'1% rispetto allo stesso periodo del 2009. Nei 30 Paesi membri dell'organizzazione, spiega ancora l'organizzazione parigina, il tasso di disoccupazione a marzo è rimasto stabile all'8,7%, con picchi in Spagna (19,1%), Slovacchia (14,1%) e Irlanda (13,2%). Nel G7, il tasso di disoccupazione è rimasto all'8,3% come in febbraio, nell'Unione Europea al 9,6% e nell'area euro al 10%.

Loy (Uil): "Ora interventi rapidi" - "I dati sul tasso di disoccupazione, comunicati oggi dall'Ocse, confermano la necessità di interventi rapidi per rispondere alle problematiche legate al mercato del lavoro ed indirizzate a tutte le persone che hanno perso, o rischiano di perdere, il proprio posto di lavoro, specie nel Mezzogiorno, per le donne e per tutti i lavoratori deboli". Lo afferma in una nota il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy.

Codacons: "Il governo non può lavarsi le mani" - I dati sui salari nei trenta Paesi Ocse, dai quali risulta che "l'Italia è la maglia nera", dimostrano che "dall'introduzione dell'euro, i prezzi ed il costo della vita da allora ad oggi sono raddoppiati, mentre stipendi, salari e pensioni sono rimasti al palo". Lo afferma in una nota il Codacons. "La mancata difesa dei salari reali e del potere d'acquisto delle famiglie - sottolinea l'associazione dei consumatori - ha ridotto sul lastrico sempre più persone, sono aumentate le disuguaglianze ed è aumentato anche il divario con gli altri Paesi Ue in termini di reddito pro capite". Per il Codacons "sono ormai in crisi una famiglia su tre, ossia più di un terzo delle famiglie non riesce a far quadrare il bilancio domestico e non è in grado di fronteggiare una eventuale spesa imprevista. Per questo - conclude la nota - il Governo non può continuare a lavarsene le mani come ha fatto fino ad ora, accontentandosi di provvedimenti spot".

Salari più bassi anche di Grecia e Spagna - I salari netti italiani sono mediamente inferiori non solo a quelli di Paesi come Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito, ma anche agli stipendi di altri Paesi europei che sembrerebbero in maggiori difficoltà economiche, come Grecia, Irlanda e Spagna. Il rapporto Ocse prende in considerazione la tabella sul salario medio di un singolo senza carichi di famiglia (calcolata in dollari e a parità di potere d'acquisto). I salari italiani risultano però più generosi rispetto a quelli dei portoghesi, polacchi, ungheresi. In coda alla classifica i messicani.