Riportiamo un importante passo sui fatti di Torino, contenuto nella relazione di Pierpaolo Leonardi all'ASSEMBLEA NAZIONALE CUB tenutasi a Riccione il 22-23-24 maggio 2009.
A questa assemblea, sulla quale ritorneremo nei prossimi giorni anche per le proposte lì fatte che riguardano direttamente anche lo SLAI Cobas, erano presenti più di 400 delegati e 100 invitati.
Erano assenti alcune componenti della CUB legate alla corrente di Tiboni.
Pierpaolo Leonardi
Parti della Relazione introduttiva all'Assemblea Nazionale Cub
"...Questa è una crisi strutturale, di sistema, che probabilmente cambierà il mondo e il modo di produzione capitalistico, che ha già cominciato a far pagare un conto molto salato ai lavoratori e alle loro famiglie attraverso licenziamenti, cassa integrazione, omicidi sul lavoro, mancato rinnovo dei contratti ai precari, stretta sui salari, riduzione del welfare, sfratti, repressione delle lotte e aggressione ai diritti ottenuti con lotte e sacrifici grandissimi dal movimento dei lavoratori negli anni passati.
Per fortuna però comincia ad uscire fuori la rabbia di chi è perfettamente cosciente di cosa gli stia capitando. Molti hanno utilizzato quanto avvenuto sabato scorso a Torino al corteo Fiat per cercare di esorcizzare la rabbia operaia, molti hanno preso a pretesto quell’episodio per correre a lanciare di nuovo i propri strali contro gli estremisti, i violenti, coloro che addirittura non accettano di farsi guidare dalla Fiom, il sindacato più di sinistra del Paese che però nelle fabbriche si comporta esattamente come gli altri sottoscrivendo accordi che producono l’emarginazione di chi osa opporsi alle ristrutturazioni. Ministri e padroni hanno provato a cogliere l’occasione per richiamare la Cgil alla ragionevolezza, qualcuno già prefigura scenari brigatisti alimentati “da chi coglie l’occasione della crisi per soffiare sul fuoco della protesta senza sbocchi”. Noi, per scelta, abbiamo sempre guardato con grande diffidenza l’utilizzo delle manifestazioni altrui come luogo in cui portare le proprie parole d’ordine e far sentire la propria voce. I compagni che hanno scelto di essere a Torino sabato scorso hanno forse compiuto un errore di valutazione se hanno pensato di poter esercitare lì la propria diversità, ma hanno senz’altro avuto il merito di aver riaperto la discussione sulla condizione operaia, rompendo con la melassa sparsa a piene mani con l’intento di impedire la rivolta verso chi vuole farci pagare la crisi...
...Riteniamo indispensabile superare le divisioni che pure esistono, soprattutto a livello di categoria e di territorio, e le diversità che pure ci sono, per arrivare quanto prima possibile alla costruzione di un nuovo soggetto sindacale in cui far confluire, perché siano esaltate, tutte le nostre diversità e le nostre esperienze. Ma sappiamo che molte volte “il meglio è nemico del bene” e che, se la sostanziale unificazione delle varie organizzazioni rappresenterebbe senz’altro il traguardo migliore, sappiamo anche che tali condizioni devono maturare senza forzature, se vogliamo davvero che siano durature e positive...
...Proponiamo perciò l’avvio di una fase costituente, con le caratteristiche che ho prima descritto, cui partecipino tutti quei soggetti che condividono le esigenze che abbiamo rappresentato nel documento per l’Assemblea nazionale e in questa certamente non esaustiva breve relazione. Proponiamo che l’Assemblea individui un percorso, lungo il tempo necessario, di confronto serrato, animato da compagne e compagni provenienti dalle diverse esperienze ed appartenenze. Capace di produrre una proposta di sintesi politico/organizzativa su cui far misurare una nuova più larga assemblea generale del sindacalismo di base, aperta ai movimenti e ai soggetti sociali che la ritengano utile e intendano intessere una relazione con essa, da tenersi non appena giunti ad una positiva conclusione e in cui sia possibile lanciare definitivamente il varo del nuovo soggetto...
Erano assenti alcune componenti della CUB legate alla corrente di Tiboni.
Pierpaolo Leonardi
Parti della Relazione introduttiva all'Assemblea Nazionale Cub
"...Questa è una crisi strutturale, di sistema, che probabilmente cambierà il mondo e il modo di produzione capitalistico, che ha già cominciato a far pagare un conto molto salato ai lavoratori e alle loro famiglie attraverso licenziamenti, cassa integrazione, omicidi sul lavoro, mancato rinnovo dei contratti ai precari, stretta sui salari, riduzione del welfare, sfratti, repressione delle lotte e aggressione ai diritti ottenuti con lotte e sacrifici grandissimi dal movimento dei lavoratori negli anni passati.
Per fortuna però comincia ad uscire fuori la rabbia di chi è perfettamente cosciente di cosa gli stia capitando. Molti hanno utilizzato quanto avvenuto sabato scorso a Torino al corteo Fiat per cercare di esorcizzare la rabbia operaia, molti hanno preso a pretesto quell’episodio per correre a lanciare di nuovo i propri strali contro gli estremisti, i violenti, coloro che addirittura non accettano di farsi guidare dalla Fiom, il sindacato più di sinistra del Paese che però nelle fabbriche si comporta esattamente come gli altri sottoscrivendo accordi che producono l’emarginazione di chi osa opporsi alle ristrutturazioni. Ministri e padroni hanno provato a cogliere l’occasione per richiamare la Cgil alla ragionevolezza, qualcuno già prefigura scenari brigatisti alimentati “da chi coglie l’occasione della crisi per soffiare sul fuoco della protesta senza sbocchi”. Noi, per scelta, abbiamo sempre guardato con grande diffidenza l’utilizzo delle manifestazioni altrui come luogo in cui portare le proprie parole d’ordine e far sentire la propria voce. I compagni che hanno scelto di essere a Torino sabato scorso hanno forse compiuto un errore di valutazione se hanno pensato di poter esercitare lì la propria diversità, ma hanno senz’altro avuto il merito di aver riaperto la discussione sulla condizione operaia, rompendo con la melassa sparsa a piene mani con l’intento di impedire la rivolta verso chi vuole farci pagare la crisi...
...Riteniamo indispensabile superare le divisioni che pure esistono, soprattutto a livello di categoria e di territorio, e le diversità che pure ci sono, per arrivare quanto prima possibile alla costruzione di un nuovo soggetto sindacale in cui far confluire, perché siano esaltate, tutte le nostre diversità e le nostre esperienze. Ma sappiamo che molte volte “il meglio è nemico del bene” e che, se la sostanziale unificazione delle varie organizzazioni rappresenterebbe senz’altro il traguardo migliore, sappiamo anche che tali condizioni devono maturare senza forzature, se vogliamo davvero che siano durature e positive...
...Proponiamo perciò l’avvio di una fase costituente, con le caratteristiche che ho prima descritto, cui partecipino tutti quei soggetti che condividono le esigenze che abbiamo rappresentato nel documento per l’Assemblea nazionale e in questa certamente non esaustiva breve relazione. Proponiamo che l’Assemblea individui un percorso, lungo il tempo necessario, di confronto serrato, animato da compagne e compagni provenienti dalle diverse esperienze ed appartenenze. Capace di produrre una proposta di sintesi politico/organizzativa su cui far misurare una nuova più larga assemblea generale del sindacalismo di base, aperta ai movimenti e ai soggetti sociali che la ritengano utile e intendano intessere una relazione con essa, da tenersi non appena giunti ad una positiva conclusione e in cui sia possibile lanciare definitivamente il varo del nuovo soggetto...