LOTTIAMO PER UN'EFFETTIVA UNIONE DI TUTTE LE FORZE CHE SI RIFIUTANO DI PAGARE LA CRISI CAPITALISTICA!
Compagni, lavoratori, lo sciopero del 23 ottobre rappresenta un significativo passaggio della lotta contro la politica antioperaia e antipopolare del governo Berlusconi e di Confindustria, articolata fra i lavoratori dai sindacati collaborazionisti. Mentre la crisi si aggrava la borghesia inasprisce l'attacco alle conquiste sociali, al salario e ai diritti dei lavoratori, come dimostra la recente firma separata sul contratto dei metalmeccanici; avanza la fascistizzazione dello stato e della società.
La risposta che i lavoratori stanno dando a questa offensiva è in crescita, ma non ancora in grado di riversare le conseguenze della crisi sulla testa dei suoi responsabili: i capitalisti, i ricchi, i parassiti Ciò a causa della debolezza politica e delle divisioni esistenti nel movimento operaio e sindacale.
Perciò è necessario dare maggiore impulso alla politica di fronte unico di lotta contro l’attacco capitalista, la reazione politica e le aggressioni imperialiste, al fine di mobilitare le più ampie masse su un programma di difesa intransigente dei propri interessi economici e politici. Su questo programma concreto d'azione contro la borghesia dobbiamo cercare la convergenza di tutte le forze che si rifiutano di pagare la crisi del capitale.
L’ostacolo principale che si frappone alla costruzione del fronte unico è la politica collaborazionista seguita dai partiti socialdemocratici, liberal-riformisti e dai sindacalisti “complici”. Costoro frenano, indeboliscono e dividono il movimento, lo deviano verso le illusioni parlamentari, aprono le porte alla forze reazionarie. In tal modo portano inevitabilmente i lavoratori alla sconfitta, perciò vanno smascherati e combattuti.
Allo stesso tempo dobbiamo criticare le forze piccolo-borghesi che concepiscono il movimento sindacale come “il proprio movimento”, che pongono in modo ristretto il problema dell’unità, che non colgono la differenza di classe fra le burocrazie sindacali stravendute e la base dei lavoratori iscritti, che si rifiutano di riconoscere la funzione dirigente della classe operaia.
Non dobbiamo continuare a dividere le nostre forze, riflettendo la debolezza attuale. La lotta per respingere l'offensiva del capitale, per conquistare migliori rapporti di forza, per abbattere il governo Berlusconi, si risolve solo con la mobilitazione dell’intero proletariato e degli altri lavoratori sfruttati, con il coordinamento e l'unificazione nella lotta degli organismi politici, sindacali e sociali che aspirano a un reale cambiamento.
E' importante saper raccogliere la spinta all'unità che viene dagli stessi lavoratori, rafforzandola con la proposta di costruire consigli e comitati con ampie basi di massa, per dar vita a forme di lotta più dure, affinché ad essere sacrificati non siano gli sfruttati ma gli interessi economici dei capitalisti!
Stiamo entrando in un periodo di conflitti di classe aperti. Ciò pone problemi e compiti nuovi, non risolvibili con l'economicismo e il parlamentarismo. La classe operaia e i lavoratori devono sapersi porre all'altezza dello scontro sociale che abbiamo di fronte, per tracciare una prospettiva di rottura con questo sistema agonizzante.
Perciò assieme all'unità nelle lotte è indispensabile l'unità dei sinceri comunisti, della parte più cosciente e combattiva del proletariato, per ricostruire il partito comunista. In questa direzione si muove la nostra proposta politico-organizzativa saldamente basata sul marxismo-leninismo.
Piattaforma Comunista