il Centro.it (CH) 01 maggio 2022
Sospeso dalla Sevel, azienda condannata
Giordano Spoltore (Slai Cobas) era stato fermato per 2 giorni Ora la fabbrica del Ducato deve pagare 4mila euro di spese
ATESSA. Aveva ricevuto una contestazione disciplinare da Sevel, sanzionata con due giorni di sospensione dal lavoro, per aver eseguito negligentemente il lavoro affidatogli, ma tutti i gradi di giudizio gli danno ragione. È accaduto a Giordano Spoltore, dipendente dello stabilimento dei Ducato e coordinatore provinciale di Chieti dello Slai Cobas per la cui vicenda si è espressa nei giorni scorsi anche la suprema Corte di cassazione, con ordinanza n.13211/2022 emessa lo scorso 27 aprile. «La sentenza», commenta Spoltore, «stabilisce in modo inoppugnabile quanto già sentenziato in primo grado e dalla Corte d'appello dell'Aquila: "la sanzione disciplinare risulta irrogata per la mancata esecuzione di un’operazione in ordine alla quale non vi era prova certa della riconducibilità al ciclo di lavorazione della postazione cui ero addetto”. Le motivazioni datoriali», prosegue il rappresentante sindacale, «sono state definitivamente ritenute inammissibili, respingendo l'ennesimo tentativo persecutorio dei responsabili aziendali di delegittimare i rappresentanti dello Slai Cobas, organizzazione sindacale conflittuale e determinata, da anni in Sevel a tutela esclusiva degli interessi operai».
I fatti risalgono al 5 settembre 2017. L’azienda aveva sanzionato Spoltore, addetto al reparto verniciatura, per la “mancata esecuzione di un’operazione lavorativa che aveva comportato lo ‘scarto’ della scocca da parte della delibera della linea finale ed il successivo invio della stessa nell’area ‘rappezzi’ per il recupero”. Il giudice del lavoro del tribunale di Lanciano, Cristina Di Stefano, nel 2019, aveva tuttavia condannato l'azienda del Ducato: dal dibattito in istruttoria e dalle prove testimoniali era emerso che “il mancato intervento lavorativo addebitato dall’azienda era invece di competenza della postazione lavorativa successiva a quella dello Spoltore”. Il tribunale aveva quindi condannato la Sevel all’annullamento della contestazione, al risarcimento dei giorni non retribuiti comprensivi di interessi e al pagamento degli oneri legali. Il ricorso dell'azienda è stato dichiarato inammissibile anche dai giudici di ultima istanza che hanno condannato la Sevel al pagamento delle spese per 4mila euro, oltre ad altri 200 euro per esborsi accessori secondo la legge. (d.d.l.)
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Comunicato stampa
CHE SUCCEDE AL TRIBUNALE DI NAPOLI ?! LAVORATORI PENALIZZATI DA SENTENZE RESTRITTIVE CONTRASTANTI CON LA PREVALENTE GIURISPRUDENZA ITALIANA ED EUROPEA. CENSURATI DALLA CASSAZIONE I “GIUDICI PARTENOPEI"
Da qualche tempo assistiamo a singolari sentenze della Corte di Appello di Napoli che penalizzano i lavoratori in stridente contraddizione con altri pronunciamenti giudiziali di pari grado o di grado superiore.
Sentenze dei giudici di secondo grado del Tribunale di Napoli conseguentemente cassate dalla Corte di Cassazione che reinvia i contenziosi giudiziali alla Corte di Appello Partenopea disponendo che quest’ultima, e in diversa composizione del precedente collegio giudicante, proceda a nuovi giudizi e sentenze tenuto conto che le precedenti erano rese con interpretazioni limitative delle normative nazionali ed europee e/o ignorando le stesse.
Significative tra le altre paiono la sentenze della Corte di Appello di Napoli sul contenzioso attivato dai lavoratori della Vodafone-Omnitel contro la cessione di ramo d’azienda e dei contratti di lavoro al call center della Comdata srl: mentre la Corte di Appello di Napoli rigetta il ricorso dei lavoratori (con sentenza n. 2364/2021) sulla stessa vicenda la Corte di Appello di Torino accoglie il ricorso dei lavoratori (con sentenza n. 307/2020). Con sentenza n. 23526/21 la Corte Suprema di Cassazione, in accoglimento del ricorso ha cassato una precedente sentenza del Tribunale di Napoli sempre sulla vicenda Vodafone-Omintel/terziarizzazioni: … “per le ragioni esposte la sentenza deve essere cassata, con rinvio alla medesima Corte d’Appello, in diversa composizione, che procederà a un nuovo esame della fattispecie alla luce dei principi di diritto richiamati, oltre che alla regolazione delle spese del giudizio di legittimità”.
Significativa appare inoltre la duplice censura operata dalla Cassazione nei confronti della precedente sentenza di rigetto del ricorso sindacale dalla Corte di Appello di Napoli in merito alla vertenza giudiziale attivata contro il trasferimento dalla Fca di Pomigliano al reparto-confino di Nola di 316 lavoratori (pronunciamento della Procura Generale della Cassazione del 21 febbraio 2019- R.G. n. 29631/15): …”la Corte Partenopea ha ignorato del tutto lo sviluppo delle normative nazionale che, su preciso impulso delle direttive europee, ha arricchito il diritto antidiscriminatorio”… “risulta sicuramente in violazione di legge il richiamo da parte della Corte partenopea del regime probatorio”…”che sembrerebbe implicare una piena inversione degli oneri di prova”…”per le questioni prospettate si insiste per la trattazione del processo in pubblica udienza o, in caso contrario, si propone l’accoglimento del ricorso di Slai cobas”. Conseguente il successivo pronunciamento sulla vicenda: con la prima sentenza dell’anno, la n. 00001/20, la Suprema Corte di Cassazione, in accoglimento del ricorso sindacale, ha cassato la precedente sentenza in appello dei “giudici partenopei” (che, dando ragione a Fca, escludevano l’esistenza delle discriminazioni) e rimandato alla Corte di Appello di Napoli, in diversa composizione, il giudizio finale. L’udienza definitiva si terrà l’8 febbraio 2022.
Intanto domani alla Corte di Appello di Napoli su ricorso FCA si terra il giudizio sulla precedente sentenza di primo grado del Giudice del Lavoro che dava ragione a 23 lavoratori trasferiti da Pomigliano a Nola condannando l’azienda al risarcimento del danno economico subito dai lavoratori. Come sindacato non abbasseremo la guardia!
Slai cobas – coordinamento Provinciale di Napoli – 2 novembre 2021
STELLANTIS ELIMINA CENTINAIA DI PRECARI
E DUPLICA SEVEL IN POLONIA
La visita del c.e.o. di Stellantis C.Tavares , coincidente con la temporanea riapertura di Sevel e la successiva prosecuzione del periodo di c.i.g.o., iniziato a fine agosto, non ha rimosso le perplessità e le preoccupazioni dei lavoratori. Le dichiarazioni rilasciate dal manager portoghese di snellimento della produzione finalizzato alla riduzione dei costi, in nome della competitività internazionale, ribadiscono la preannunciata intollerabile esclusione degli oltre 300 operai in somministrazione, presenti da alcuni anni, con conseguente aumento dei carichi lavorativi per gli operai presenti. Gli investimenti promessi, non associati ad un delineato piano industriale ed occupazionale, contraddicono con l’iniziale delocalizzazione produttiva di veicoli commerciali leggeri nello stabilimento altamente tecnologico “concorrente” di Gliwice in Polonia. Il Coordinamento di Chieti dello SLAI Cobas ribadisce la contrarietà al persistere di unilaterali decisioni aziendali, miranti a dividere e discriminare gli operai senza garanzie, irriverenti della professionalità e dei numerosi successi e profitti conseguiti grazie ai lavoratori SEVEL.
PER I SUINDICATI MOTIVI CONTINUA LA MOBILITAZIONE E DICHIARA
SCIOPERO
SABATO 25 SETTEMBRE
DALLE ORE 18:15 ALLE 22:15
SLAI Cobas Coordinamento di Chieti
STELLANTIS DUPLICA SEVEL IN POLONIA
FUORI I SOMMINISTRATI
La visita del c.e.o di Stellantis C.Tavares, coincidente con
la temporanea riapertura di Sevel dopo il periodo di c.i.g.o.
dal 29 agosto al 6 settembre u.s.,nel quale sono stati
recuperati centinaia di veicoli incompleti,non ha rimosso le
perplessità e le preoccupazioni dei lavoratori.
La prioritaria strategia di Stellantis/Sevel di riduzione dei
costi,in nome della competitività internazionale, ribadisce la
preannunciata quanto intollerabile esclusione dai futuri piani
occupazionali degli oltre 700 operai in somministrazione
presenti da alcuni anni, con la sostituzione di cassintegrati
selezionati con criteri di esclusiva preferenza aziendale.
Gli investimenti promessi, non associati ad un delineato piano
industriale ed occupazionale futuro, contraddicono con il
prossimo avvio dello stabilimento altamente tecnologico
“concorrente” di recente costruzione in Polonia.
Il Coordinamento di Chieti dello SLAI Cobas ribadisce la
contrarietà a tali decisioni aziendali, miranti a dividere e
discriminare i lavoratori e la produttività futura in due
stabilimenti ed oltremodo irriverenti della professionalità e
dei numerosi successi e profitti conseguiti grazie ai
lavoratori SEVEL nel corso dei 40 anni.
SLAI Cobas Coordinamento di Chieti
STELLANTIS-SEVEL ESCLUDE I PRECARI
SCIOPERO
SABATO 31 LUGLIO
DALLE 14:15 ALLE 22:15
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